musical in lingua inglese
utenza: scuola media inferiore
durata: 1 ora e 5 minuti

Vetrina

Tra le molte frasi ad effetto che costellano l’opera di Oscar Wilde e che lo resero celebre ve n’è una che forse condensa più delle altre la visione cui egli improntò la sua intera esistenza: “La moderazione è una cosa fatale. Niente ha successo come l’eccesso”. Fu questa convinzione che portò il ragazzo irlandese, nato a Dublino nel 1854, a prendere d’assedio la capitale e a conquistarla non solo con le sue brillanti doti di scrittore ma con il suo stile di vita ricercato, con la sua tagliente ironia e il suo sfrenato gusto per gli eccessi. Wilde visse, infatti, al di là di ogni limite e sempre e comunque al di sopra dei propri mezzi (anche se nel 1884 sposò la ricca Constance Lloyd). Fu dandy, poeta, drammaturgo, conferenziere, arbiter elegantiae della migliore società. Nel giro di quattro anni scrisse quattro pièce (Lady Windermere’s Fan, Salomè, An ideal Husband, The importance of being Earnest) che fecero di lui l’autore teatrale più in voga del suo tempo. La società londinese lo idolatrò fino a un momento prima di volgergli completamente le spalle a causa dei ripetuti scandali dovuti alle sue relazioni omosessuali. La travolgente passione per il giovane aristocratico Alfred Douglas lo portò al carcere e alla rovina sociale. Condannato nel 1895 a due anni di lavori forzati vide le sue commedie bandite dai palcoscenici, gli amici ripudiarlo, la moglie chiedere la separazione. Quando nel 1897 uscì di prigione scelse l’esilio in Italia e in Francia, dove morì in condizione di indigenza nel 1900. Poco prima di morire dichiarò: “Ora che so il senso della vita, non ho più niente da scrivere. La vita non può essere scritta: la vita può essere soltanto vissuta”.

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